martedì 30 aprile 2013




MARTEDI’ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

 Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

 Parola di Dio

 Salmo responsoriale

 I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

 Parola del Signore

RIFLESSIONI ULLA PAOLA DEL GIONO

 Hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi. Sono le parole che Gesù disse agli Apostoli preparandoli alla missione che avrebbero dovuto portare a termine dopo la sua dipartita da questo mondo.
E’ stato e sarà sempre così. Chi annuncia Cristo, chi annuncia l’amore del Padre per gli uomini e in particolare per i peccatori, saranno perseguitati, maltrattati, incarcerati, messi in prigione e ammazzati.
Per questo sono pochi quelli che affrontano persecuzioni, oltraggi e morte per Gesù e il vangelo. Bisogna essere coraggiosi e non essere indifferenti davanti all’invito di Papa Francesco che ha detto ai cresimandi in piazza San Pietro: “Per annunciare l’amore di Dio, bisogna andare controcorrente, per andare controcorrente è necessario avere coraggio, essere coraggiosi”.
Questo invito del Papa deve essere accettato da tutti, come tutti gli Apostoli e discepoli di Gesù, che pur sapendo quello che li aspettava, non ebbero paura.
L’esempio di san Paolo e san Barnaba, deve spronare tutti a non avere paura e andare controcorrente, per annunciare, con amore e carità, la giustizia, la pace e l’amore di Dio. Ci saranno i nemici che ostacoleranno, con mezzi e minacce anche le più spaventose, coloro che annunciano l’amore e la giustizia di Dio.
San Paolo e san Barnaba, non esitarono di ritornare nei luoghi dove furono già maltrattati quando predicarono, per la prima volta, il vangelo in diverse città. Era importante per loro testimoniare l’amore di Dio e confermare i credenti nella fede ricevuta mediante il loro primo annuncio e non lasciarsi spaventare dalle minacce.  
Le contrarietà verso i due apostoli andarono sempre più aumentando,  non si scoraggiarono e ritornarono in quelle città per continuare la loro predicazione. Paolo, preso di mira in modo particolare, fu lapidato. I Giudei credendolo morto lo portarono fuori dalla città. Si avvicinarono i suoi discepoli Paolo si alzò e ritornò in città,. Il giorno dopo ripartì di lì e continuò insieme a Barnaba la predicazione in altre città.
Questi sono i trattamenti riservati a tutti quelli che, con coraggio, annunciano  che Gesù è il Signore e donatore di ogni bene e di pace.
L’umanità d’oggi va in cerca del bene e della pace, però non il bene e la pace che dà Gesù, bensì quella che dà il mondo. Tutto quello che dà il mondo non ha nessun valore perché tutto termina. Il bene e la pace che dà Gesù è il vero bene e la vera pace. Tutto ciò che viene dal Signore è tutto eterno, cioè non avrà più fine.
Nessuno si lascia ingannare dal demonio, principe della menzogna, che vuole far credere che lui può dare tutto quello di cui si ha bisogno. Il Diavolo può dare solo il male e la morte eterna!

lunedì 29 aprile 2013


 
LUNEDI’ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

 Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Parola di Dio

Benedici il Signore, anima mia.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA

 Qualcuno potrebbe porsi le domande: Perché questo salmo? Perché la mia anima deve benedire il Signore se sono soggetto a tanti mali, mi succedono tante cose storte, tante malattie … e così via? Mi auguro che non ci sia solo qualcuno a porsi queste domante, ma che siano molti a porsele.
A tutti coloro che si pongono queste domande dico: L’anima del credente che accoglie con amore la parola di Dio, lo deve benedire perché la parola data da Dio è parola di vita eterna, è parola di guarigione, è parola di liberazione, parola che santifica. In altri termini il Signore manda la sua parola per salvare e santificare l’uomo. Il Signore vuole che nessuno vada condannato per sempre al fuoco dell’inferno.
La parola che il Signore dona a tutti oggi, quinta domenica di pasqua, è: “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità”.
Quante volte, l’uomo abitudinario, ha creduto e professato di essere in grazia di Dio, di essere nella luce, di essere nemici della bugia e tante altre affermazioni positive e poi non si ama che offende, non si perdona di vero cuore a chi fa del male, si giudica e si critica  continuamente tutti, si bestemmia con facilità quando capitano delle difficoltà.
Un comportamento simile, inganna la stessa persona che lo vive e la fa camminare sulla via dell’inganno del maligno.
Il Signore oggi, 29 Aprile, viene in aiuto di tutti coloro che, accogliendo la sua parola, abbandonino la via del peccato e si incamminano sulla strada della salvezza!
Questo è il motivo per cui  l’anima di ogni vivente deve benedire il Signore! Il Signore vuole la salvezza di tutti, specialmente di quelli che vivono nel peccato. Il Signore non condanna il peccatore, ma gli usa misericordia quando ritorna  Lui. Questa è la grandezza dell’amore di Dio per l’uomo, perdona tutte le sue colpe. Anche se il tuo peccato è scarlatto, lo renderò bianco come la neve, dice il Signore.
La Parola che salva è Gesù. Gesù è La Parola di Dio che si è fatto carne nel seno della Vergine Maria per la salvezza dell’uomo, come si professa nel credo. Gesù è l’avvocato dell’uomo presso il trono di Dio Padre. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
La vita dell’uomo è una continua lotta contro il male che non deve fare e per il bene che deve compiere. Questa lotta è snervante perché continua, senza un attimo di sosta. Gesù  viene e dice: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

domenica 28 aprile 2013



DOMENICA DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

 Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
Parola di Dio

 Salmo responsoriale
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.


 Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Parola di Dio

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA

 Inizio le mie riflessioni sulla parola del giorno richiamando le parole di Gesù: Cielo e terra passeranno, le mie parole non passeranno” e l’espressione di Sant’Agostino: “Ama e fai quello che vuoi”.

La vita di questo mondo, la storia di questo mondo passeranno, finiranno, Le parole di Gesù resteranno per sempre, prima e dopo la morte. La storia e la vita del mondo è la storia e la vita di tutta l’umanità, cioè la mia storia, la tua storia. La storia che si sta vivendo lottando contro le malattie, contro la mala vita, la delinquenza, la prostituzione, la violenza, la droga, e ogni altro male finiranno, non avranno più potere sull’uomo. Resterà solo quello che Gesù ha detto e rivelato per la salvezza di tutti, . Gesù è la Parola di vita eterna, è la parola che fa entrare in questo cielo nuovo e terra nuova, di cui parla san Giovanni nella seconda lettura.
Entrare nel cielo nuovo e terra nuova, significa entrare nella signoria di Dio  come dice sempre san Giovanni nella seconda lettura: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate».
Queste affermazioni di Giovanni sono attuali, reali e vere anche oggi e sempre per tutti coloro che resteranno uniti a Gesù. Anche oggi, queste parole rivolte a me, a te, a tutti si realizzano nella realtà di chi crede in Gesù. Credere significa affidarsi totalmente e in tutto a Gesù. Deve essere un credere con il cuore. Il cuore è l’organo che dà la vita a tutte le membra del corpo?! Così dandolo a Gesù interamente, Gesù agisce in tutto il corpo donando la sua stessa vita.
Non sono io ad affermare queste cose, è la chiesa di Cristo che continua la missione che Gesù affidò agli Apostoli quando l’inviò dicendo: “Andate ammaestratemi tutte le genti, chi crederà sarà salvo”.
La chiesa annuncia sempre e solo tutto quello che Gesù ha detto, insegnato e rivelato. La chiesa è la tesoriera di tutte le Sacre Scritture e la maestra che continua a insegnare le verità contenute in esse.
L’insegnamento della chiesa serve a confermare nella fede tutti coloro che credano in Gesù e portare alla conoscenza di Gesù tutti coloro che ancora non credono perché non lo hanno conosciuto.
La chiesa continua la sua missione e non verrà mai meno, come non vennero meno Paolo e Barnaba alla missione ricevuta da Gesù. Continuando la loro evangelizzazione, ritornarono nei posti dove avevano evangelizzato per confermare i credenti nella loro fede e comunicare, con gioia, tutti i prodigi che il Signore operava chiamando alla fede i pagani.
Pongo a me e a tutti questa domanda: “Chi è la chiesa?”. La chiesa è l’insieme di tutti i battezzati, quindi la chiesa siamo noi. Noi dobbiamo essere i Paolo e i Barnaba, di questi tempi e portare a tutti, credenti e non, lo stesso annuncio che ci è stato fatto dalla parola di Dio.   Le sofferenze, le prove, le preoccupazioni, i problemi di questa vita finiranno. Dopo questa vita, i credenti in Cristo, abiteranno un cielo nuovo e una terra nuova.
Il Signore Gesù suggerisce cosa bisogna cosa bisogna fare per essere sempre uniti a Lui. Il brano del vangelo è fin troppo chiaro, lo dà come comandamento nuovo: “Che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Questo comando dato da Gesù di amarsi gli uni gli altri, richiama l’espressione di Santo Agostino: Ama e fai quello che vuoi.
Uno che ama di vero cuore non farà mai del male a chi ama. Il vero amore è quello che fa sentire le due persone come se fossero una persona sola. Fa sentire così intime le persone che si amano da essere l’una nell’altra. Questo vero amore viene da Dio, perché Dio è amore. Per indicare questa intimità dell’amore, Gesù ha detto: Chi ama me ama il Padre, chi vede me vede il Padre. Amando Gesù, amiamo il Padre e il Padre è in noi come lo è in Gesù.

venerdì 26 aprile 2013


SABATO DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

 Dagli Atti degli Apostoli

Il sabato seguente quasi tutta la città [di Antiòchia] si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo.
Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero.
La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio.
I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Parola di Dio  

 Salmo responsoriale

 Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.

 Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA

 Dopo aver letto il brano della Parola di Dio che forma la prima lettura di questa liturgia sono stato “illuminato” da quattro situazioni presenti nella società di oggi e che ho segnate per convenienza visiva non per cambiare il testo originale.

La prima considerazione è scaturita dalle frasi da me sottolineate. E’ necessario sapere che il sabato, per il popolo ebreo, è stato sempre il giorno del Signore. Ogni sabato si riuniva nella sinagoga per ascoltare la parola del Signore che veniva proclamata. Un sabato Paolo e Barnaba entrarono nella sinagoga e parlarono a quelli che si erano radunati nella sinagoga.
Nell’ascoltarli tutti furono colpiti da quello che annunciavano i due! Il sabato successivo, molti abitanti della città di Antiochia si recarono alla sinagoga per ascoltare la parola di Dio. Guardando a tutti i presenti nella sinagoga, una grandissima gelosia invase la mente e il cuore dei Giudei. Questi cominciarono a combattere i due e a screditarli su tutto quello che proclamavano dal Vangelo.
Questa storia vissuta fin dai primi albori della chiesa si ripete, con più accanimento oggi.  Oggi da tutti viene attaccato, combattuto, deriso, oltraggiato chi professa di essere cristiano e professa la sua fede. Viene additato come persona “all’antica”, oggi bisogna essere evoluti, progressisti …  Chi ragiona a questo modo si è fatto un vangelo a proprio uso e consumo, un vangelo proprio, un vangelo che non salva, e non si accetta la verità che Gesù è venuto a portare: chi vede me vede il Padre. Sono nel Padre e il Padre è in me.
Per il credente vero, la verità non è una cosa astratta, un concetto, una immaginazione, ma è una persona reale, è Gesù Cristo stesso. Difatti Gesù ha detto: Io sono la verità. Chi crede in Gesù conosce la verità, quella verità che lo rende libero.

 La seconda è scaturita dalle parole riportate da me in corsivo: In queste frasi è buono soffermarsi selle parole: … ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani.
La parola di Dio rende degno della vita eterna chi l’accoglie; invece chi la rifiuta si esclude da solo dalla vita eterna. Il Signore Gesù vuole che la sua parola e tutto ciò che ha rivelato raggiunga tutti gli uomini, e arrivi fino agli estremi confini della terra, perché  tutti siano salvi. Chi annuncia la parola di Dio, è definito dalla sacra scrittura stessa, messaggero di lieti annunci. Paolo e Barnaba furono i messaggeri di lieti annunci per tutti gli abitanti della città di Antiochia. Quelli che accettarono l’annuncio dato, si ritennero degni della vita eterna. Da questo si deve accettare che, possedere la vita eterna dipende esclusivamente dall’uomo e solo dall’uomo stesso. Non bisogna guardare a colui che porta l’annuncio, ma alla verità che cerca di dare a tutti e la verità è la vita eterna. Il lieto annuncio che oggi i battezzati debbono portare a tutta l’umanità è: l’infinita misericordia di Dio e del suo amore per l’umanità intera.
Come è triste vedere e sentire parlare con tanto disprezzo di Dio, accusandolo come responsabile di tutti i mali che sono nel mondo! Nessuno vuole accettare che la causa di tutti i mali esistenti è l’uomo stesso. L’uomo con il suo peccato, di ogni specie e gravità, è la causa di tutti i mali. Il peccato ha rigettato nelle più oscure tenebre tutta l’umanità! Se l’umanità ritorna a Dio con cuore sincero, cambia radicalmente in bene tutta la storia.
Concludo questa mia considerazione con le parole di Papa Francesco: “Dio non si stanca mai di usarci misericordia, siamo noi che ci stanchiamo di chiederla”.

 La terza è suscitata dalle parole trasformato in grassetto: Sono parole che danno gioia passeggera a chi vuole vivere secondo la mentalità del mondo. Questa gioia sembra appagare i desideri di chi vuole vivere da spensierato, da super’uomo, da soddisfatto di quello che ha ottenuto dalla vita.  Gioia che finirà sicuramente e farà soffrire per la vita eterna. Al contrario  per chi accetta e vive la parola di Dio. Si soffre in questa vita, le sofferenze vissute con amore sono il preludio alla felicità eterna.

 La quarta è scaturita dalle parole cambiate in corsivo e sottolineate: È scaturita dalle parole di Gesù: Il discepolo non può essere più del maestro. Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.
Questa è la ricompensa che riserva il mondo a chi annuncia la verità portata da Gesù e la vive. L’uomo non è propenso a nessuna rinuncia, anzi desidera più di quanto possiede. Non ha scrupolo di rubare, usare mezzi illeciti e qualche volta anche la morte violenta, pur di ottenere lo scopo che si è prefisso.
Signore cambia il cuore di tutti gli uomini e tutto il mondo sarà cambiato. E’ bello terminare queste mie considerazioni con le parole del canto: Dov’è carità e amore lì c’è Dio. Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore …

giovedì 25 aprile 2013


GIOVEDI’ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

 Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.
E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la potenza nei secoli. Amen!
Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che vive in Babilonia, e anche Marco, figlio mio. Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo!

Parola di Dio

 Salmo responsoriale

 Canterò in eterno l’amore del Signore.

 Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.
Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

 + Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA

 Oggi  la chiesa universale celebra la festa dell’Apostolo ed Evangelista Marco. In questa brano del vangelo della liturgia della parola è rinnovato l’invito fatto all’inizio della missione che Gesù diede agli apostoli: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura ... “ e l’altro detto alle folle che la seguivano insieme agli Apostoli e discepoli “La messe è molta e gli operai sono pochi, pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”.
Il primo messaggio fu un ordine per gli Apostoli e esclusivamente per loro, erano i diretti operatori della missione: predicare il Vangelo a tutti dopo che Gesù sarebbe ritornato al Padre. Il secondo, detto anche alle folle presenti, è rivolto all’umanità di tutti i tempi.
Da questo si deve capire e accettare con sincerità che tutti sono chiamati ad annunciare il vangelo, ciascuno secondo il carisma ricevuto.
Il Papa, in primo luogo, poi tutti i ministri ordinati,  cioè tutti “gli unti” mediante l’ordine sacro ricevuto. Anche il popolo santo di Dio, mediante il sacerdozio regale di Cristo, che tutti hanno ricevuto mediante il sacramento del battesimo. Infatti col sacramento del battesimo tutti sono inseriti in Cristo re sacerdote e profeta.
Il carisma ricevuto e che bisogna mettere a disposizione della comunità per l’utilità comune sono: quello della preghiera, del servizio, del lettorato, del canto, della liturgia, della catechesi, della carità e tanti altri.
Vivendo il proprio carisma si aiuta la comunità a crescere nella fede e nell’amore fraterno. Nessuno può dire di non avere ricevuto alcun carisma. E’ necessario credere che ogni vivente è stato voluto da Dio per un fine ben preciso per il bene dell’umanità. Bisogna pregare e chiedere al Signore cosa vuole che venga fatto per il bene della comunità.
Nella preghiera di “richiesta” non bisogna lasciarsi prendere dalla vanità e superbia umana! Conoscendo i prodigi che accompagnano coloro che esercitano con fede e umiltà il carisma ricevuto: “Questi sono i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Il diavolo può mettere nel cuore di chiunque - vanità, superbia, egoismo – desideri pessimi: per falsificare l’evangelizzazione e procurare danni a sé stessi e alla comunità, con infinito piacere del diavolo.
Per lavorare e operare nel regno di Dio, esercitando i carisma ricevuti, bisogna essere umili e semplici. Cosa dice san Pietro nella prima lettura? “… rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”.
Un cuore umile è gradito a Dio. Dio è sempre pronto a venire in aiuto ad un cuore umile in tutte le sue necessità, difficoltà e situazioni di vita. Ricordiamo il cantico della Vergine Maria: Ha esaltato l’umiltà della sua serva.
Signore dona a tutti un cuore umile e sincero con te e con tutti.

mercoledì 24 aprile 2013


MERCOLEDì DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.

Parola di Dio


Salmo responsoriale
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore


RIFLESSIONI SULLA PAROLA DELLA LITURGIA DI OGGI

Il brano del vangelo di oggi mette in evidenza e con molta chiarezza, il piano della  missione evangelizzatrice di Gesù.
Questi sono i punti chiave: A) Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
B) Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
C) Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno.

Nella prima affermazione riportata, Gesù non si vuole riferire alla luce del giorno e alle tenebre della notte. Alla luce del sole e alle tenebre della notte. Parla della quella luce  che l’umanità perse a causa del peccato, e delle tenebra fittissime portate dal peccato stesso. Per la perdita della grazia di Dio, l’uomo si proiettò nel mondo della tenebre. Entrato in questo mondo non riuscì più a vedere il volto di Dio, a sentire la voce di Dio, ad avere un contatto con Dio. E’ necessario sapere e credere che il peccato, in tutta la sua gravità, separa completamente l’uomo da Dio e lo tiene avvinto al Diavolo, principe delle tenebre. Il Signore Gesù è venuto per ristabilire l’ordine tra le cose. E’ venuto per ridare la luce, la grazia di Dio, l’amicizia con Dio all’uomo e tirarlo fuori dalle tenebre del peccato. Non è venuto di sua iniziativa personale, dice di essere stato mandato da qualcuno. Questo qualcuno lo rivelerà durante la sua evangelizzazione. Per ora dice semplicemente: Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato. E’ importante accettare e credere tutto quello che lui dice e compie. E’ verità assoluta che Gesù è la luce che vince le tenebre del peccato, chi non crede viene condannato dalle stesse cose che lui dice. Difatti Gesù stesso lo dice che non è venuto a condannare il mondo, è venuto par salvare il mondo che si era perduto a causa di tanti peccati commessi e molti addirittura peccati abominevoli. Cosa non ha fatto Gesù per salvare l’umanità, per salvare noi! Ha accettato tutte le più gravi umiliazioni e offese. Ha presentato il suo volto agli schiaffi e agli sputi. Non si è tirato indietro e non si è giustificato davanti a tutti coloro che lo accusavano di essere un sobillatore del popolo mettendo il popolo contro il re e l’imperatore. La condanna di cui parla Gesù per coloro che non credono in lui e in quello che ha rivelato, non è una condanna immediata, ma una condanna che sarà emessa al momento del giudizio che ci sarà per ciascuno. Fino a quando si è in vita Gesù non condanna nessuno, perché nella sua immensa misericordia perdona sempre il peccatore che si converte. Riconcilia il peccatore con il Padre, Padre misericordiosissimo e di immenso amore. Al termine della vita, sarà la parola stesso a giudicare tutti coloro che l’anno rifiutata durante la loro vita.

 

 




MERCOLEDì DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.

Parola di Dio


Salmo responsoriale
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore


RIFLESSIONI SULLA PAROLA DELLA LITURGIA DI OGGI

Il brano del vangelo di oggi mette in evidenza e con molta chiarezza, il piano della  missione evangelizzatrice di Gesù.
Questi sono i punti chiave: A) Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
B) Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
C) Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno.

Nella prima affermazione riportata, Gesù non si vuole riferire alla luce del giorno e alle tenebre della notte. Alla luce del sole e alle tenebre della notte. Parla della quella luce  che l’umanità perse a causa del peccato, e delle tenebra fittissime portate dal peccato stesso. Per la perdita della grazia di Dio, l’uomo si proiettò nel mondo della tenebre. Entrato in questo mondo non riuscì più a vedere il volto di Dio, a sentire la voce di Dio, ad avere un contatto con Dio. E’ necessario sapere e credere che il peccato, in tutta la sua gravità, separa completamente l’uomo da Dio e lo tiene avvinto al Diavolo, principe delle tenebre. Il Signore Gesù è venuto per ristabilire l’ordine tra le cose. E’ venuto per ridare la luce, la grazia di Dio, l’amicizia con Dio all’uomo e tirarlo fuori dalle tenebre del peccato. Non è venuto di sua iniziativa personale, dice di essere stato mandato da qualcuno. Questo qualcuno lo rivelerà durante la sua evangelizzazione. Per ora dice semplicemente: Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato. E’ importante accettare e credere tutto quello che lui dice e compie. E’ verità assoluta che Gesù è la luce che vince le tenebre del peccato, chi non crede viene condannato dalle stesse cose che lui dice. Difatti Gesù stesso lo dice che non è venuto a condannare il mondo, è venuto par salvare il mondo che si era perduto a causa di tanti peccati commessi e molti addirittura peccati abominevoli. Cosa non ha fatto Gesù per salvare l’umanità, per salvare noi! Ha accettato tutte le più gravi umiliazioni e offese. Ha presentato il suo volto agli schiaffi e agli sputi. Non si è tirato indietro e non si è giustificato davanti a tutti coloro che lo accusavano di essere un sobillatore del popolo mettendo il popolo contro il re e l’imperatore. La condanna di cui parla Gesù per coloro che non credono in lui e in quello che ha rivelato, non è una condanna immediata, ma una condanna che sarà emessa al momento del giudizio che ci sarà per ciascuno. Fino a quando si è in vita Gesù non condanna nessuno, perché nella sua immensa misericordia perdona sempre il peccatore che si converte. Riconcilia il peccatore con il Padre, Padre misericordiosissimo e di immenso amore. Al termine della vita, sarà la parola stesso a giudicare tutti coloro che l’anno rifiutata durante la loro vita.

 

 



domenica 21 aprile 2013


IV DOMENICA DOPO PASQUA (DOMENICA DEL BUON PASTORE)

Dagli Atti degli Apostoli

 In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Parola di Dio


Salmo responsoriale

 Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

Parola di Dio

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA LITURGIA DELLA PAROLA DEL GIORNO

   Oggi è la quarta domenica di pasqua. Questa domenica è stata definita “LA DOMENICA DEL BUON PASTORE”. Questa definizione, è stata data dal vangelo che viene proclamato, il vangelo del buon pastore. Abbiamo ascoltato il racconto, brevissimo, preso dal vangelo di Giovanni dove Gesù si definisce buon pastore.
Io da piccolo, avevo una decina di anni, quando passavano le pecore davanti a casa mia sentivo il pastore che, rivolto alle pecore, diceva dei nomi. Detto il nome notavo che qualche pecora rientrava velocemente in mezzo alle altre.
Incuriosito chiedevo a mamma perche diceva quei nomi, la mamma diceva: si vede che è il nome della pecora che di corsa rientrava con le altre.
Gesù ha detto nel vangelo: Conosco le mie pecore, le mie pecore conoscono la mia voce, le chiamo per nome e mi seguono.
Com’è che Gesù conosce le sue pecore e le chiama per nome? Attraverso il battesimo. Tutti i battezzati sono conosciuti da Gesù e tutti fanno parte del suo ovile.
Vivendo bene il sacramento del battesimo ricevuto. Vivere bene il proprio battesimo vuol dire nutrirsi della Parola di Dio, frequentare i Sacramenti, specialmente quello della confessione e dell’eucaristia, nutrirsi della Parola divina, osservando tutti i comandamenti …
Noi siamo pecore del gregge di Gesù, conosciamo la sua voce? Questo è l’interrogativo! Siamo noi che non sempre ascoltiamo la sua voce! Se non abbiamo ascoltato la voce di Gesù, abbiamo dimenticato il suono melodioso di quella voce e siamo andati dietro al suono delle sirene che ci hanno attirato con le loro lusinghe.
Come fare per riconoscere la voce di Gesù, nostro pastore? Il consiglio viene dato dal racconto della prima lettura.
Paolo e Barnaba, nei loro viaggi di evangelizzazione si trovarono nella città di Antiochia, incominciarono a parlare con coloro che credevano in Dio e li esortavano a perseverare nella grazia di Dio. Cioè continuare a credere e a professare liberamente gli insegnamenti ricevuti e a testimoniare la loro fede in Dio. In altre parole consigliavano a tutti di osservare i comandamenti, nutrirsi dei sacramenti e ascoltare la Parola di Dio. Così fecero per tutto il tempo che restarono nella città di Antiochia. Ascoltandoli la loro predicazione, molti Giudei si convertirono.
Oggi, cioè in questo tempo, chi sono per noi – i Paolo e i Barnaba – che il Signore ci manda e che annunciano la sua Parola? Tutti quelli che annunciano che Gesù Cristo è stato risuscitato dai morti, che Gesù Cristo è il Signore, credere in tutto quello che dicono e insegnano nel nome di Gesù. In primo luogo il Papa, vicario visibile di Cristo sulla terra; i vescovi in comunione con il Papa, i sacerdoti in comunione con i vescovi, I diaconi in comunione con i sacerdoti, tutti con l’unica fede e insegnamento che Gesù è il Signore.
Solo che è sotto il soffio dello Spirito Santo può affermare che Gesù è il Signore, che solo Gesù può portare l’uomo al Padre!
Il buon Pastore è solo chi da la propria vita per portare tutte le pecore al Padre. Gesù ha dato la sua vita per questo! E non finirà mai di offrirla se non quando avrà messo nuovamente tutto nelle mani del Padre.

sabato 20 aprile 2013

 
 

SABATO DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

   Dagli Atti degli Apostoli

 In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.

A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.

Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, alzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

 Parola di Dio

  Salmo Responsoriale

 Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Oppure:
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.


 + Dal Vangelo secondo Giovanni

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA LITURGIA DELLA PAROLA DEL GIORNO

 Spesso nei miei insegnamenti ai gruppi di preghiera, gruppi parrocchiali e fedeli, ho detto: Nessuno può dare quello che non ha. Tutti danno “certamente” solo quello che hanno. Se si ha il bene nel proprio cuore, si dà solo e sempre il bene.
Parlando a tutti quelli che mi leggeranno attraverso il blog “Chi cerchi? … entra” Non aspettate da me miracoli, prodigi e segni perché restereste delusi. Non sono in grado di niente, mi affido solo all’amore e alla misericordia di Dio, se mi renderà capace di darvi qualche cosa.
Solo Dio, per mezzo dello Spirito Santo, mi può far dire qualche cosa circa il suo Figlio Gesù Cristo, per la mia conversione e per il bene di chi legge.
Nella prima lettura, l’Evangelista San Luca, che ha scritto il libro: gli ATTI DEGLI APOSTOLI, parla dei miracoli operati da San Pietro: la guarigione di Enea a Lidda e la risurrezione di Tabità a Giaffa. Davanti a questi prodigi compiuti da Pietro molti credettero nel Signore.
Faccio presente la lettura termina con queste parole: La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. Molti credettero nel Signore e non in Pietro che aveva operato.
Pietro operò questi miracoli perché credeva nel Signore e in tutto quello che Gesù aveva predicato e insegnato. Per la potenza della fede, non fu Pietro a fare quei miracoli, ma fu Gesù che operò mediante la fede di Pietro. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.
Nella sua evangelizzazione Gesù disse agli Apostoli: Chi crede in me farà le stesse cose che ho fatto io e di più grandi ne farà. Queste parole, questa promessa, si è realizzata nell’operato di Pietro.
Non tutti i discepoli aderirono totalmente a quello che Gesù insegnava e rivelava. Infatti alle parole «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre» molti smisero di seguirlo e andarono via. Gesù rivolto ai dodici disse volete andare via anche voi? Come sempre, fu Pietro a prendere la parola e disse: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Qual è la morale e l’insegnamento che ci vengono da questi brani della Parola rivolta a noi cristiani del terzo millennio?
Rinnovare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio. Accrescere la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio. Solo Gesù opera tutto nella vita dell’uomo che ha fede in Lui. Bisogna ripetere spesso e con tutto il cuore: Signore accresci la mia fede. Signore apri gli occhi del mio cuore.