mercoledì 28 agosto 2013

Mercoledì  28  agosto 2013  S.  Agostino  (m)
XXI  settimana  del  Tempo  Ordinario


PRIMA LETTURA (1Ts 2,9-13)
Lavorando notte e giorno vi abbiamo annunziato il vangelo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

Voi ricordate, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.
Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l'avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 138)
R. Signore, tu mi scruti e mi conosci.

Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti. 

Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra. 

Se dico: "Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte",
nemmeno le tenebre per te sono tenebre,
e la notte è luminosa come il giorno. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Siete figli di chi uccise i profeti.

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all'esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: "Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti". Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri".

Parola del Signore.

OMELIA
La cosa peggiore è il voler apparire diversi da quello che si è. Quando nella vita sociale, a poco a poco, ci si è guadagnati un'apparenza di onore, quando ci si è procurati una reputazione di uomini di pietà e di moralità, tutto concorre a rafforzarla e ci si dà da fare per non smentire tale immagine, riuscendovi spesso assai bene. Ma che brutture dietro una tale immagine!
Gesù svela il pericolo della falsa apparenza, opponendo ad essa, sia pure implicitamente, l'uomo che ha fame e sete di giustizia, che non è mai sicuro di essersi messo sulla retta via, che aspira ad una vita più vicina alla volontà di Dio.
Si dice che san Filippo Neri, ormai prossimo alla morte, avendo avuto l'impressione di stare per guarire, avrebbe detto in modo molto serio a coloro che gli stavano intorno: "Se ne esco, mi converto!".
È meglio smentire la propria immagine, riconoscere le proprie debolezze, sopportare l'umiliazione di veder rinascere la tentazione, confessare a se stessi e a Dio la propria miseria, piuttosto che chiudersi nella sicurezza ingannevole di un'apparenza onorevole, ma falsa. "La verità vi renderà liberi".


lunedì 26 agosto 2013

26 agosto 2013  Lunedì  S. Alessandro martire
XXI settimana del Tempo Ordinario - I


PRIMA LETTURA (1Ts 1,1-5,8b-10)
Vi siete convertiti dagli idoli a Dio per attendere i suo Figlio che egli ha risuscitato.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
La vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 149)
R. Il Signore ama il suo popolo.
Cantate al Signore un canto nuovo; 
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore, 
esultino nel loro re i figli di Sion. 

Lodino il suo nome con danze, 
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo, 
incorona i poveri di vittoria. 

Esultino i fedeli nella gloria, 
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Guai a voi, guide cieche.

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: "Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato". Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: "Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato". Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Parola del Signore.

OMELIA
Da queste poche righe, noi scopriamo il clima religioso in cui Gesù è cresciuto e, in particolare, le controversie apparentemente meschine a cui è stato posto di fronte. Certo egli, nella sua statura, domina le meschinità che lo circondano.
Che profonda differenza fra il suo mettersi al servizio del prossimo, fra il suo offrirsi quotidianamente e, ben presto, fra la sua passione... e questi uomini senza religione!
Gesù "maledice", cioè non "dice del male", ma "dice il male". In questo "Guai a voi" non si deve vedere una semplice protesta, un sospiro d'impotenza di fronte a un comportamento deplorevole. Gesù smaschera il male, cerca di aprire gli occhi agli uomini che, non ancora del tutto induriti, possono essere liberati dallo choc della verità. La forza dell'invettiva è ancora al servizio dell'amore.

domenica 25 agosto 2013

25 agosto 2013Domenica
XXI domenica del Tempo Ordinario



PRIMA LETTURA (Is 66,18b-21)
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.

Dal libro del profeta Isaia

Così dice il Signore: "Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme - dice il Signore -, come i figli d'Israele portano l'offerta in vasi puri nel tempio del Signore. 
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 116)

Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. 

SECONDA LETTURA (Eb 12,5-7.11-13)
Il Signore corregge colui che egli ama.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli: "Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio".
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». 
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!".
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

venerdì 23 agosto 2013

23 agosto 2013  Venerdì  S. Rosa da Lima (mf)
XX settimana del T.  O.


PRIMA LETTURA (Rt 1,1.3-8.14b-16.22)
Venne Noemi con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.

Dal libro di Rut

Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimelech], con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab.
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l'altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi], e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito. Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 
Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch'io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio».
Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l'orzo.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 145)

Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: 
la sua speranza è nel Signore suo Dio, 
che ha fatto il cielo e la terra, 
il mare e quanto contiene. 

Egli rimane fedele per sempre, 
rende giustizia agli oppressi, 
dà il pane agli affamati. 
Il Signore libera i prigionieri. 

Il Signore ridona la vista ai ciechi, 
il Signore rialza chi è caduto, 
il Signore ama i giusti, 
il Signore protegge i forestieri. 

Egli sostiene l'orfano e la vedova, 
ma sconvolge le vie dei malvagi. 
Il Signore regna per sempre, 
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Amerai il Signore Dio tuo, e il tuo prossimo come te stesso.

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 
Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore.

OMELIA
Ecco il quarto dei cosiddetti dibattiti-controversie che Luca colloca prima della parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-28) e che Matteo inserisce, invece, nel contesto della disputa fra sadducei e farisei.
Nella sua risposta, Gesù cita il Deuteronomio (Dt 6,5) e il Levitico (Lv 19,18). Nessuno poteva ridire qualcosa sull'ortodossia della sua risposta, ma l'uguale importanza data da Gesù ai due comandamenti (amare Dio e amare il prossimo) provocò tanto stupore presso il suo uditorio da farci riconoscere proprio in essi il nucleo rivoluzionario del cristianesimo. Gesù stava per darne un'illustrazione prendendo come esempio del prossimo non un giudeo, ma un samaritano. Ciò doveva avere conseguenze anche sul culto, poiché il cristiano deve riconciliarsi con il fratello prima di portare la propria offerta (Mt 5,24).
La costituzione del Concilio Vaticano II Lumen gentium 
è molto chiara su questo punto: "Il vero discepolo di Cristo si caratterizza dalla carità sia verso Dio che verso il prossimo" (LG 42).

giovedì 22 agosto 2013

22  agosto  2013  Giovedì  B.V. Maria Regina (m)
XX settimana del  Tempo Ordinario.


PRIMA LETTURA (Is 9,1-6)
Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaia

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. 
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. 
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 112)

Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.

Lodate, servi del Signore, 
lodate il nome del Signore. 
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto 
sia lodato il nome del Signore. 
Su tutte le genti eccelso è il Signore, 
più alta dei cieli è la sua gloria. 

Chi è come il Signore, nostro Dio, 
che siede nell'alto
e si china a guardare 
sui cieli e sulla terra? 

Solleva dalla polvere il debole, 
dall'immondizia rialza il povero, 
per farlo sedere tra i prìncipi, 
tra i prìncipi del suo popolo. 

+ Dal Vangelo secondo Luca
Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

MIE RIFLESSIONI

Il vangelo di oggi mi spinge con la fantasia a formare questo quadro: Dio, dall’alto guarda il quadro che si è formato; l’Arcangelo Gabriele che riceve un mandato da Dio e parte; arrivato sul posto, si presenta ad una “signorinella” e le parla; questa tutta attenta a quello che diceva l’Arcangelo, ascoltato il messaggio, si turba grandemente, aveva promesso la sua verginità al signore suo Dio e non sposarsi. Gradissimo atto di amore verso il suo Dio! Tranquillizzata dall’Arcangelo, la “signorinella” esclama: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Il racconto del vangelo, il dialogo tra l’Arcangelo e la “signorinella”, danno un profondo insegnamento ed è questo: Nessuno può anteporre la propria volontà a quella di Dio. Anche se si è promesso al Signore anche quello che ci può essere di più caro e importante, davanti alla volontà di Dio, su quello che il Signore ci chiede di fare, si deve cedere. Non si può contraddire la sua volontà o credere che quello che abbiamo deciso noi sia più importante di quello che ci chiede Dio.
Dio deve essere al primo posto nella vita di tutti.









mercoledì 21 agosto 2013


Mercoledì   21  agosto  2013  S. Pio X (m)
XX settimana del T.  O.



PRIMA LETTURA 

Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi.
Dissero all'ulivo: "Regna su di noi". Rispose loro l'ulivo: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi al fico: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro il fico: "Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi alla vite: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro la vite: "Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero tutti gli alberi al rovo: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose il rovo agli alberi: "Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano"».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE 

Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 

Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre. 

Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?".
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

MIE RIFLESSIONI

Il valore di questo e il senso di questo brano del vangelo desidero applicarlo solo alla persona che lo legge e lo medita. Non voglio guardare solo dal punto delle persone che possono essere raffigurate nell’espressione dell’evangelista Matteo. Il padrone della vigna esce, in diverse ore del giorno, a chiamare operai a lavorare nella sua vigna e pattuisce la ricompensa da dare e i chiamati vanno a lavorare. Tra i chiamati c’è ciascuno di noi che abbiamo ricevuto questo messaggio-invito di andare a lavorare. Non abbiamo accettato. Abbiamo preferito restare in strada, non interessava il lavoro. Non contento il padrone esce una seconda volta, fa altri inviti. Anche in questa volta c’è ciascuno di noi e anche questa volta abbiamo rifiutato e non siamo andati. Ci è piaciuto restare ad oziare in mezzo alla strada.
Ad un ennesimo invito fatto dal padrone della vigna, abbiamo accettato e siamo andati a lavorare.
Al termine della giornata il padrone da incarico al suo fattore di dare la paga agli operai incominciando dagli ultimi. A tutti viene data la ricompensa che il padrone aveva pattuito con i primi operai.
Vedendo ciò, i primi operai credettero che il padrone avrebbe dato loro più di quanto aveva pattuito, invece ricevettero anche loro “un soldo”. Nel riceverlo brontolarono per essere stati trattati allo stesso modo degli ultimi, loro che avevano sopportato il peso dell’intera giornata e il caldo.
Questo brano del vangelo è pieno di insegnamenti e di ogni specie. Il primo di questi insegnamenti e che il padrone stesso esce a chiamare operai. Non obbliga nessuno ad accettare il suo invito. Nella vigna del padrone, non vi sono operai specializzati e con trattamenti diversi, si è tutti uguali e tutti degni della stessa ricompensa. Non c’è priorità o anzianità di assunzione che facciamo acquistare meriti e ricompensa maggiorata. Non vi sono turni, si è trattati tutti alla stesso modo e non è necessario recuperare il ritardo che si è potuto avere nell’iniziare a lavorare in questa vigna. Tutti gli operai debbono essere gli uni per gli altri, essere onesti e seri nello svolgimento del lavoro. In tutto si richiede di riconoscere la bontà e la magnanimità del padrone che dà a tutti la medesima ricompensa.












martedì 20 agosto 2013

Martedì 20 agosto 2013  S. Bernardo (m)
Abate e Dottore della Chiesa
XX settimana del T. O.



PRIMA LETTURA 
Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io?

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, l'angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L'angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: "Il Signore non ci ha fatto forse salire dall'Egitto?". Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian».
Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va' con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».
Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno».
Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un'efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L'angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l'angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.
Gedeone vide che era l'angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l'angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 84)

Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia. 

Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. 

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Parola del Signore.

MIE RIFLESSIONI

Prima di ogni considerazione che faccio sulla parola del Signore che viene data nella liturgia eucaristica o in qualsiasi liturgia della Parola, io seguo sempre questo modo di pensare: Letta o ascoltata la Parola, mi porto con la mente alla situazione storica che vive l’umanità e faccio le mie considerazioni: Come si vive questa Parola? Cosa fare per cercare di incarnare in tutti questa Parola? Poi la confronto con il  mio modo di vivere, sia di sacerdote che di uomo, e anche qui faccio le dovute considerazioni.
Detto questo passo a meditare o meglio a fare delle considerazioni sul vangelo di oggi. Il vangelo inizia con queste parole: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Subito cerco di creare nella mia mente un quadro e una immagine conforme al contenuto delle parole e mi dico: chi è Gesù che in questo momento sta parlando e chi sono questi discepoli ai quali Gesù sta parlando? Con il dovuto rispetto e il massimo rapporto tra persone dico: Gesù si sta servendo della mia voce per parlare a tutti quelli che domani parteciperanno alla santa messa e a tutti quelli che leggeranno queste considerazione.
Queste considerazioni sono prima per me e poi per tutti gli altri. Cioè quello che Gesù dice a me, mediante questa sua Parola, lo dice anche a voi che ascoltate e leggete. Il Signore vuole da tutti comprendiamo, con la sapienza del cuore, quello che vuole suggerire per essere suoi discepoli e metterlo in pratica nella propria vita.
L’invito che Gesù fa, è quello di distaccarsi da tutto e da tutti, distaccarsi sia dalle ricchezze materiali che affettive! Non avere il cuore legato ai beni di questo mondo! Abbandonarsi totalmente a Dio, che non abbandona mai i suoi figli.
La conclusione ora: Come, l’umanità intera, io sacerdote, voi che ascoltate, voi che leggete ci comportiamo in merito? Senza paura di essere condannati o giudicati, se viviamo in modo diverso dalla Parola di Dio. E’ necessario riconoscere l’errore in cui siamo e incominciare a vivere secondo la Parola dataci. Il Signore Padre buono e misericordioso, perdona tutto e darà la dovuta ricompensa per la conversiane raggiun ta: ricompensa di giudicare il mondo alla fine dei tempi:

 












venerdì 16 agosto 2013

16 agosto 2013  Venerdì  LA PAROLA
XIX  settimana  del  Tempo  Ordinario


PRIMA LETTURA 

Presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume; vi feci uscire dall'Egitto; vi feci entrare nella terra.

Dal libro di Giosuè

In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d'Israele a Sichem e convocò gli anziani d'Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo:
«Così dice il Signore, Dio d'Israele: "Nei tempi antichi i vostri padri, tra cui Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitavano oltre il Fiume. Essi servivano altri dèi. Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan. Moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù; assegnai a Esaù il possesso della zona montuosa di Seir, mentre Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
In seguito mandai Mosè e Aronne e colpii l'Egitto con le mie azioni in mezzo a esso, e poi vi feci uscire. Feci uscire dall'Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mar Rosso, ma essi gridarono al Signore, che pose fitte tenebre fra voi e gli Egiziani; sospinsi sopra di loro il mare, che li sommerse: i vostri occhi hanno visto quanto feci in Egitto. Poi dimoraste lungo tempo nel deserto.
Vi feci entrare nella terra degli Amorrei, che abitavano ad occidente del Giordano. Vi attaccarono, ma io li consegnai in mano vostra; voi prendeste possesso della loro terra e io li distrussi dinanzi a voi. In seguito Balak, figlio di Sippor, re di Moab, si levò e attaccò Israele. Mandò a chiamare Balaam, figlio di Beor, perché vi maledicesse. Ma io non volli ascoltare Balaam ed egli dovette benedirvi. Così vi liberai dalle sue mani.
Attraversaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Vi attaccarono i signori di Gerico, gli Amorrei, i Perizziti, i Cananei, gli Ittiti, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei, ma io li consegnai in mano vostra. Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco.
Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato"».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE 

R. Il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
rendete grazie al Dio degli dèi,
rendete grazie al Signore dei signori. 

Guidò il suo popolo nel deserto,
colpì grandi sovrani,
uccise sovrani potenti. 

Diede in eredità la loro terra,
in eredità a Israele suo servo.
Ci ha liberati dai nostri avversari. 

Dal Vangelo secondo Matteo
Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così.


In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: "Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne"? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Parola del Signore.

OMELIA
Quanto è necessario ascoltare le parole del Signore per apprezzare la dignità del matrimonio cristiano con le sue esigenze di fedeltà e di unità!
Se ci soffermiamo sui veri valori stabiliti da Cristo quando ha elevato il matrimonio alla dignità di sacramento della Nuova Legge, vediamo che l'unione intima del matrimonio, inteso come dono reciproco di due persone, esige, di conseguenza, una fedeltà totale da parte degli sposi ed un'unità indistruttibile fra loro.
Vi sono alcune verità che devono essere ripetute costantemente perché i discepoli di Cristo non si lascino sedurre dal falso amore offerto dai costumi corrotti oggi imperanti e perché i loro cuori non siano induriti da un'eccessiva ricerca dei piaceri della carne e delle ricchezze terrene.
Preghiamo ed auguriamoci che i genitori incoraggino i loro figli anche a seguire la chiamata di Dio nella vita, compresa la chiamata "più elevata", cioè quella al sacerdozio o al celibato apostolico, se questa è la sua volontà.