sabato 30 aprile 2011

1° maggio 2011: Domenica indimenticabile

Domani, domenica 1° maggio 2011, per il mondo cattolico e cristiano, resterà a lungo una domenica indimenticabile sotto tutti i punti di vista perché si celebrano le seguenti ricorrenze:
  • DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
  • BEATIFICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II
  • INIZIO DEL MESE DI MAGGIO DEDICATO ALLA MADONNA
La domenica della Divina Misericordia, è una festa voluta e richiesta da Gesù stesso a Santa Faustina in una della apparizioni fatte a questa suora e specificò che questa festa doveva essere celebrata nella prima domenica dopo pasqua. Papa Giovanni Paolo II, durante il suo pontificato approvò e decretò che detta festa si celebrassi appunto nella prima domenica dopo pasqua. A questa festa il papa annesse anche una grazia particolare: lucrare l’indulgenza plenaria alle solite condizioni.

Non poteva essere diversamente che la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II avvenisse proprio nel giorno della Divina Misericordia, ché oltre ad aver decretata la festa, è stato anche un grande diffusore e amante di questa devozione alla Divina Misericordia.

Non poteva iniziare in modo migliore il mese di devozione alla Madonna! Se si riuscirà a lucrare l’indulgenza plenaria come detto, con l’anima resa purissima dal perdono totale da parte Del Signore, si cammina con la Madonna verso la santità.

Sabato in Albis

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, i capi, gli anziani e gli scribi, vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare.
Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome».
Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.

+ Dal Vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Parola del Signore
RIFLESSIONI

Pietro e Giovanni sono i protagonisti dell'episodio propostoci dalla prima lettura odierna. La loro franchezza sconcerta i sacerdoti e gli anziani che li hanno convocati a giudizio. I due discepoli di Gesù sono persone semplici, illetterate e al momento della cattura e della morte di Gesù non hanno dimostrato molto coraggio. E adesso, nel sinedrio, non appaiono per nulla intimiditi, anzi parlano apertamente del Signore, nonostante il palese disappunto dei capi. Anzi all'ingiunzione di non parlare più di Gesù, rispondono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
Quando si è veramente incontrato Cristo Risorto, quando ci si è lasciati coinvolgere in questa esperienza fino ad assumere sul serio la propria realtà spirituale, in noi si fa strada una nuova identità, che spontaneamente si riflette intorno a noi. E sarà proprio il nostro stesso modo di essere e di rapportarci a convincere chi ci sta intorno che la resurrezione è una realtà possibile. Mentre, non è possibile tacere quello che abbiamo visto e ascoltato, anche se non è facile, proprio come per i primi seguaci di Gesù. Ma il Risorto infonde anche in noi franchezza e coraggio.
Se la nostra vita è davvero percorsa da questo soffio di novità che ci fa essere pienamente inseriti nel mondo, ma con il cuore del Redentore, e se lo Spirito Santo ci pervade, allora la novità che la resurrezione ha immesso nella nostra vita, si manifesterà nelle nostre scelte, nelle nostre parole, in tutto il nostro essere.
L'evangelista Marco, invece fa, in effetti, un riassunto, anche molto concentrato, delle letture del Vangelo dei giorni precedenti, affermando che tanto alla testimonianza di Maria Maddalena quanto a quella dei discepoli di Emmaus, gli apostoli “non vollero credere” e rafforza l'importanza di questo dato ripetendolo due volte.
Si tratta di una resistenza alla fede che a volte si annida anche in noi. Siamo fatti per la gioia, tuttavia la tentazione è spesso quella di chiuderci nelle nostre tristezze, travolti dal "qui e ora" delle preoccupazioni del momento non pienamente investite da quel motivo forte di gioia che è la fede in Gesù Risorto. Il cuore intristisce e non sa più amare proprio quando resta arroccato "all'ego" invece di lanciarsi con fede e abbandono in Gesù Crocifisso e Risorto.
Liberiamoci da preoccupazioni e tristezze. Distacchiamoci da esse e cerchiamo la gioia, sia pregando durante il giorno con l'espressione salmica: "Sei Tu il mio Signore, gioia piena alla tua presenza", che consolando qualcuno che ha bisogno del nostro buon umore, del noatro sorriso, del nostro  conforto.

venerdì 29 aprile 2011

Venerdì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Parola del Signore
RIFLESSIONI

Come sempre, la parola che il Signore dona per tutte le necessità dell'uomo, è piena d'insegnamenti e delle soluzioni idonee a risolvere tutto.
Per constatare ciò è importante avvicinarsi alla Parola guidati dallo Spirito Santo. Ecco perchè i santi Padri della chiesa hanno sempre insegnato questo col dire: Chi si avvicina alla Parola di Dio senza invocare lo Spirito Santo è un ateo. E' lo Spirito Santo, mediante il dono della Sapienza, che fa capire quello che il Signore vuole dire all'uomo.
Esaminando le letture di oggi si può vedere come lo Spirito Santo riempie di forza straordinaria Pietro nel rispondere a tutte le autorità che lo avevano arrestato insieme ad altri Apostoli, che volevano impedire di operare e fare del bene nel nome di Gesù.
Alla richiesta precisa: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Chi se lo sarebbe aspettato un atteggiamento così coraggioso, da chi, davanti alle accuse di essere un seguace del Galileo, negò con forza e insistenza di non conoscerlo? Prodigi che solo il Signore fa compiere mediante lo Spirito Santo che dona a tutti coloro che lo chiedono.
Il dono dello Spirito Santo, Gesù non lo fa solo ai suoi discepoli, ma a tutti quelli che lo chiedono con fede: anche a me, anche a voi, fratello e sorella! Se chiediamo a Gesù con cuore ardente di donarci lo Spirito Santo per vivere da buoni cristiani, possiamo essere certi che il Signore sarà lì pronto ad esaudire questo nostro desiderio, che è il più santo e a Lui il più gradito.
E anche noi, come Giovanni, l'amato discepolo di Gesù, saremo pronti a riconoscere nelle vicende del quotidiano il nostro Maestro che ci segue con amore e con discrezione, come un genitore attento, vigile ma non oppressivo, pronto a curarci, sfamarci, assisterci in tutte le  nostre necessità.
Ciò che conta è che il cuore sia desto e l'occhio vigile a riconoscere i segni della sua presenza per poter dire, come Giovanni: "È il Signore" che mi interpella in questa situazione, è Lui che mi viene incontro nell'attenzione di chi si è accorto della mia fatica, è ancora Lui che mi si fa vicino nel momento della difficoltà, quando le mie reti sembrano inesorabilmente vuote... E allora, come Pietro, è bello tuffarsi nel mare della vita per una rinnovata testimonianza d'amore. Lui è lì, sulla spiaggia del nostro quotidiano pronto ad offrirci il pane della riconciliazione e ad accogliere il dono di quel pesce che Lui stesso ci ha dato di pescare.
Lasciamoci persuadere dalla forza dello Spirito che la salvezza del nostro vivere è Gesù. Quando cerchiamo altre pseudo-sicurezze, invece che fidarci totalmente di Lui, costruiamo la nostra casa senza le fondamenta e al primo scossone tutto crolla!

giovedì 28 aprile 2011

Giovedì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, mentre lo storpio guarito tratteneva Pietro e Giovanni, tutto il popolo, fuori di sé per lo stupore, accorse verso di loro al portico detto di Salomone.
Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo e perché continuate a fissarci come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest’uomo? Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. Bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall’antichità. Mosè infatti disse: “Il Signore vostro Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E avverrà: chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo”. E tutti i profeti, a cominciare da Samuèle e da quanti parlarono in seguito, annunciarono anch’essi questi giorni.
Voi siete i figli dei profeti e dell’alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Il brano del vangelo, seguito di quello di ieri, fa vedere come la gioia di aver incontrato il Signore nella vita è una gioia incontenibile e si avverte la necessità di comunicarla anche agli altri.
I due discepoli che ieri furono presentati come viandanti sulla via di Emmaus, travolti dalla gioia per quanto loro capitato, non hanno avvertito la stanchezza del cammino fatto né hanno avuto paura del buio della notte, ma sono subito ritornati a Gerusalemme per raccontare tutto agli altri: come avevano incontrato Gesù e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane e per riferire tutto quello che Gesù aveva detto circa le Sacre Scritture che parlavano di Lui. Che differenza fra la mestizia del viaggio di andata, quando pensavano che Gesù fosse stato solo un’illusione, che li aveva abbandonati, e la gioia del viaggio di ritorno, quando si accorgono che Cristo risorto non li ha abbandonati ma continua a camminare al loro fianco!
Mentre i due stavano ancora raccontando l'accaduto agli altri discepoli, Gesù stesso si presentò in mezzo a loro e disse: « Pace a voi ».
Tutti pieni di paura, pensarono di vedere un fantasma. Ma subito la paura si trasformò in stupore, in quella pace che Gesù stesso donò con quel suo saluto terapeutico: «Pace a voi».
Facciamoci largo tra le occupazioni e le preoccupazioni affinché possiamo percepire Gesù-Pace, Gesù a cui chiediamo di darci pace, lo stesso Gesù che tranquillizzò i suoi discepoli mostrando le ferite dei chiodi, facendosi toccare per liberarli dalla paura di trovarsi davanti a un fantasma.
Quante volte è capitato a ciascuno di noi vivere la storia dei due discepoli di Gesù? Quante volte Gesù ha parlato al nostro cuore e noi non l'abbiamo riconosciuto perché non siamo riusciti a distinguere la sua voce! Quante volte Gesù ha cercato, attraverso le Sacre Scritture di farci conoscere la volontà del Padre e noi non l'abbiamo voluto riconoscere!
Quante volte Gesù ha fatto capire che certi comportamenti erano errati e noi ci siamo ostinati a portarli a termine senza curarci delle brutte conseguenze.
Così facendo stiamo trasformando la creazione tutta buona e perfetta, così come fatta dal Signore, in una creazione irriconoscibile, che non ha più niente di quel buono ricevuto al momento della creazione. 
Lasciamoci raggiungere quindi dall’invito di Pietro della prima lettura: «Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore».
Apriamo il nostro cuore alla fede perché è solo per la fede a cui lo storpio si è aperto che la potenza del nome di Gesù è stata libera di agire ottenendo una "perfetta guarigione".
E cambiare vita vuol dire anzitutto affidare pienamente a Cristo risorto i nostri giorni, tutto ciò che pensiamo e operiamo. E vuol dire risorgere, in lui, a una vita non soffocata dalle nostre esigenze egoistiche ma aperta a quello che gli altri attendono da noi: uno sguardo buono, una parola di conforto, una rivendicazione taciuta, un'espressione di riconciliazione e di benevolenza,i piccoli gesti della cordialità e dell'amicizia.

mercoledì 27 aprile 2011

Mercoledì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio.
Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina.
Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.


+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Nella liturgia della parola di oggi, abbiamo un doppio insegnamento.
Dalla prima lettura riceviamo l'insegnamento che senza Gesù non possiamo fare niente. Dal brano del Vangelo invece ci viene quest'altro insegnamento: sulle vie del mondo non è possibile camminare da soli.
Pietro allo storpio seduto alla porta del tempio a chiedere l'elemosina dice: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Lo storpio aveva bisogno di tutto perché la condizione della malattia non gli permetteva di fare niente per se stesso, aveva bisogno dell'aiuto degli altri per poter vivere.
Pietro, formato alla scuola di Gesù, illuminato dallo Spirito Santo, comprese di cosa aveva bisogno il paralitico, aveva bisogno di Gesù. Solo Gesù gli poteva dare la cosa migliore per lui: la guarigione fisica e spirituale. Ecco perché Pietro disse:  «... nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo storpio si alzò guarito dalla sua malattia. Comprese che una cosa straordinaria era avvenuta in lui e incominciò a camminare. Entrò nel tempio e incominciò a lodare Dio.
Nel brano del vangelo sperimentiamo il primo giorno della vita gloriosa di Gesù sulla Terra che, anche da risorto, si fa pellegrino e viandante che viene ad incrociare le strade dei discepoli scoraggiati e sfiduciati. Talmente sfiduciati che non alzano nemmeno lo sguardo, e così non lo riconoscono.
Ma se ci soffermiamo ci rendiamo conto anche che Gesù celebra la prima liturgia in assoluto: infatti ci sono i fedeli (i discepoli di Emmaus), la spiegazione delle Scritture fatta dal Signore Gesù in persona, lo spezzare del pane, la benedizione e il cuore ardente dei due discepoli alla fine della liturgia. 
L'insegnamento di questo brano del vangelo è di grande attualità per l'umanità di oggi! Tutti crediamo di non essere soli in quanto siamo circondati da tanta gente, invece nel nostro intimo regna la più grande solitudine.
Siamo presi da tanti problemi, da tante situazioni che distraggono la nostra attenzione dal vero compagno della nostra vita: Gesù.
Molte volte questo Gesù ha camminato e cammina anche ora affianco a noi e noi non lo riconosciamo, gli parliamo pure, gli confidiamo anche i nostri problemi più segreti e non ci accorgiamo che è Gesù. Viviamo la stessa situazione dei due discepoli sulla via di Emmaus.
Se ci pensiamo bene, quante volte l'abbiamo incontrato, ma solo dopo l'abbiamo riconosciuto. Quanti luoghi dell'incontro che ognuno potrebbe citare, dove Lui ha attraversato la nostra vita, ha incrociato i nostri passi e ci ha rivelato il senso del nostro andare e del nostro cercare, dandoci nuovo coraggio per riprendere il cammino. E ogni giorno c'è un luogo dell'incontro dove lui ci aspetta per rivelarci il suo progetto e rinnovare i prodigi del suo Amore per ognuno di noi. Sta a noi riconoscerlo e scoprire la fiamma che lui aveva già acceso nel nostro cuore.
E non pretendiamo di riconoscerlo e avvertire la sua presenza solo quando Egli opera cose potenti: impariamo a riconoscerlo principalmente nelle cose semplici della vita.

martedì 26 aprile 2011

Martedì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro diceva ai Giudei: «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Dell’amore del Signore è piena la terra.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

La lettura presa dagli Atti degli Apostoli, non è solo un richiamo veemente che Pietro fece ai Giudei dopo pochi giorni dalla risurrezione di Gesù dai morti e riportata poi dall'evangelista Luca dopo circa trenta anni dall'accaduto, è anche un rimprovero per tutti gli uomini che furono, che sono e che saranno.
Come allora Pietro accusò i Giudei del peccato commesso, quello di aver ucciso Cristo ingiustamente, oggi la Parola del Signore, e gli Atti degli Apostoli è parola del Signore, rimprovera l'umanità intera quando col peccato continua ad uccidere Gesù ingiustamente.
Sì, fratelli e sorelle di qualsiasi età e razza, ogni volta che si pecca si ammazza Gesù. Il peccato ci separa, ci divide da Gesù, non c'è più unione e comunione con Lui ma unione e comunione con il suo più acerrimo nemico, il diavolo.
Come i Giudei che chiesero cosa dovevano fare per riparare al male commesso, Pietro disse loro: Convertitevi e fatevi battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».  
Le stesse parole sono rivolte a noi poveri e miserabili peccatori! Noi siamo già stati battezzati e abbiamo ricevuto il perdono del peccato originale. Abbiamo ricevuto anche il dono dello Spirito Santo nel giorno del nostro battesimo, però con i peccati commessi dopo abbiamo rigettato la grazia che ci fu data. Col peccato commesso abbiamo mandato via dalla nostra anima lo Spirito Santo e abbiamo accolto in noi il Diavolo. Così il nostro corpo da tempio dello Spirito Santo è diventato dimora del Diavolo.
Dico queste cose perché le parole dette da Gesù: Cielo e terra passeranno, le mie parole non passeranno mi portano a credere fermamente che sono parole di verità e sempre attuali.
Se Pietro accusava e rimproverava una piccola parte dell'umanità per aver rifiutato il Messia Cristo Gesù, così la Parola di Dio accusa l'umanità di tutti i tempi che con il suo peccato rifiuta Cristo Gesù Salvatore.
Quante volte Gesù ci è venuto vicino e ha chiesto perché sei triste, perché sei preoccupato, perché sei agitato ... abbi fiducia in me e io ti libero da tutto ...  noi non abbiamo riconosciuto la sua voce né abbiamo creduto a quello che  diceva e ci siamo regolati diversamente, abbiamo creduto a false voce che ci hanno ingannato e hanno rovinato sempre più la nostra esistenza.
Chiediamo a Dio Padre, nel nome di Gesù di ravvivare in noi la forza dello Spirito Santo per poter riconoscere sempre la voce di Gesù e credere a quello che dice.
Riconosciamo anche noi, come Maria di Magdala, la dolce voce di Gesù che chiama ciascuno di noi per nome - come fa il pastore con le sue pecore - con infinito amore affinché possiamo seguirlo; affinché il velo che copre i nostri occhi possa cadere e così riconoscerlo come Signore della nostra vita; affinché anche noi possiamo rivolgerci a lui chiamandolo Maestro, cioè col nome di colui che ci insegna il vero senso della vita, i valori che possono veramente riempirci il cuore, quei valori che oggi vanno trasformandosi sempre di più in valori vuoti, senza senso, che lasciano con l'amaro in bocca e a mani vuote, o per meglio dire, con il cuore vuoto.
E trasformiamoci anche noi in apostoli di Gesù per portare altre pecorelle smarrite al Suo ovile: solo così la nostra Pasqua sarà vera Pasqua di resurrezione, solo così Gesù non sarà morto invano, solo così confermeremo la sconfitta della vita sulla morte!

lunedì 25 aprile 2011

Lunedì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli ínferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli ínferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ínferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.    

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Le donne durante la passione e la morte di Cristo hanno dato un ammirevole esempio di fedeltà, di dedizione e d'amore. Quest’amore e questa dedizione ora sono premiate da Gesù con un particolare gesto di predilezione, perché il loro comportamento riassume l'atteggiamento del vero credente davanti a Cristo, quello che tutti noi dovremmo avere.
Infatti è Gesù stesso che va loro incontro e dà loro il compito di essere le apostole degli apostoli: devono portare una testimonianza diretta e dare loro un ordine ed una promessa scandita dallo stesso Cristo: «Vadano in Galilea e là mi vedranno».
E mentre queste corrono dagli apostoli per comunicare loro il messaggio cristiano, le guardie vanno a riferire l'accaduto ai sommi sacerdoti, i quali tentano di stravolgere la verità cercando di corrompere i testimoni, come avviene ancora oggi, come fa chi teme di perdere un potere: c'è sempre chi alla risurrezione contrappone i sepolcri, alla vita la morte, alla verità la menzogna, perché nemmeno la luce del Cristo risorto riesce ad entrare nei cuori di chi non vuole accoglierlo.
Quante volte abbiamo sentito dire: «Certo se il Signore facesse questo miracolo, allora veramente crederei!»? Ma siamo sicuri che quella stessa persona, una volta avvenuto il miracolo non troverebbe qualche scusa per continuare a non credere? Ma poi sarebbe quella vera fede, che quello sarebbe vero cristiano? No, il vero cristiano non ha bisogno dei miracoli per credere, perché il vero cristiano cammina con Dio al suo fianco, lo porta con sé in tutte le sue opere (e qui mi vengono subito in mente Abramo e Davide), in tutte le sue manifestazioni, nella sua carità (che ne dite se cito la Beata Madre Teresa di Calcutta), nella sua misericordia (e qui non posso proprio fare a meno di citare il Venerabile Don Giustino Russolillo che verrà beatificato il prossimo 7 maggio) e quindi per lui i miracoli avvengono quotidianamente, senza che lui li richieda, perché il Signore lo ricolma con il suo Spirito: è questo il vero miracolo!
Quindi oggi concludo invitandovi ad essere testimoni viventi della risurrezione, muovendovi nelle vicende del mondo, anelando all'eternità e mirando ad una vita piena in Dio, da godere con lui per sempre.

domenica 24 aprile 2011

Domenica di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.   

Seconda lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Parola di Dio

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore.

RIFLESSIONI

"Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti".
E' questo l'ultimo versetto del vangelo di questa domenica di pasqua di risurrezione del Signore Gesù e su queste parole desidero fermarmi per un breve pensiero di meditazione e di auguri per la nostra pasqua, perché sia veramente pasqua nel Signore Gesù.
Maria di Magdala andò al sepolcro di mattino presto e trovò il sepolcro vuoto. Ansiosa si recò da Pietro e dal discepolo che Gesù amava (Giovanni) e riferì quanto aveva visto: il sepolcro vuoto, il corpo di Gesù non c'era. Pietro e Giovanni andarono di corsa anche loro al sepolcro, arrivati  entrarono "videro e credettero". Ancora non avevano compreso la Scrittura, che Gesù doveva risorgere dai morti.
Dopo più di due millenni dall'accaduto, c'è ancora chi non crede se non vede con i propri occhi e noi con loro, perché ancora nessuno ha compreso la scrittura.
La verità che Gesù è risorto dai morti, la professiamo con la bocca nel credo che recitiamo nella celebrazione domenicale, ma col cuore crediamo veramente in questo articolo della fede che professiamo? Conosciamo sufficientemente le Scritture che sono parole di vita e di verità? Come ascolto la Parola del Signore durante la celebrazione? E' sufficiente ascoltare la Parola di Dio solo la domenica?
Noi ci scambieremo gli auguri: sono auguri di una pasqua di risurrezione dalla morte del nostro peccato? Abbiamo il coraggio di scambiare gli auguri con chi ci fa soffrire per il suo comportamento? Diciamo, con cuore sincero: ti chiedo perdono per l'offesa che ti ha fatto? Chiediamo scusa a chi abbiamo ingannato con i nostri raggiri? Abbiamo il coraggio di non puntare più il dito verso chi sbaglia?
Se faremo tutto questo e dimentichiamo tutte le offese ricevute, allora sarà per noi e per tutti una santa pasqua di risurrezione dal peccato. AUGURI!